“L’entità di calo ponderale, la riduzione della disinibizione e la spinta verso il cibo sono fattori implicati nel mantenimento del peso perso a lungo termine”
Fonte: Ryoko Sawamoto, Takehiro Nozaki, Tomoe Nishihara, Tomokazu Furukawa, Tomokazu Hata, Gen Komaki e Nobuyuki Sudo;“Predictors of successful long-term weight loss maintenance: a two-year follow-up”; BioPsychoSocial Medicine (2017); DOI: 10.1186/s13030-017-0099-3
Il recupero ponderale è un problema comune nelle persone che affrontano percorsi di perdita di peso. Per tale motivo l’identificazione dei fattori che predicono quali pazienti saranno in grado di mantenere il peso perso o chi, al contrario, sarà a rischio di recupero ponderale è necessario per poter migliorare le attuali strategie di mantenimento.
Per questo, recentemente alcuni ricercatori si sono posti l’obiettivo di identificare i predittori, pre- e post-intervento, di successo nel mantenimento del peso perso in donne con sovrappeso o obesità che hanno portato a termine un percorso cognitivo comportamentale di perdita di peso.
Il campione include 86 donne con sovrappeso/obesità che hanno completato 7 mesi di perdita di peso e il follow-up a 12 e a 24 mesi.
Al basale sono stati valutati i parametri antropometrici di peso e altezza, le comorbidità associate all’obesità, come diabete mellito di tipo 2 e ipertensione, e la condizione psicologica, in particolare la depressione (CES-D), l’ansia (STAI), il binge eating (BES), la dipendenza dal cibo (YFAS) ed infine i comportamenti alimentari (TFEQ): restrizione cognitiva, disinibizione e sensazione fisiologica di fame. La valutazione psicologica è stata ripetuta al termine della fase di perdita di peso.
L’intervento è stato efficace (perdita di almeno il 10% del peso iniziale e mantenimento a 24 mesi) per 27 partecipanti (31,3%), mentre per le restanti 59 (68,6%) l’intervento è stato definito non efficace.
Analisi multiple di regressione logistica hanno mostrato che il successo nel mantenimento del peso perso sia al follow-up a 12 che a 24 mesi, era associato a: (i) un importante calo ponderale durante la fase di perdita di peso; (ii) livelli più bassi di disinibizione; (iii)più bassi livelli di dipendenza da cibo valutati al termine dell’intervento di perdita di peso, rispetto al gruppo d’insuccesso.
Gli autori concludono il loro studio affermando che un importante calo ponderale e punteggi bassi in disinibizione e dipendenza dal cibo alla fine della fase di perdita di peso predicono un buon successo nel mantenimento del peso a lungo termine. Al contrario, i partecipanti con una minore entità di calo ponderale e con una tendenza alla disinibizione e alla dipendenza dal cibo più marcata al termine della fase di calo ponderale sono maggiormente a rischio di recupero di peso. Maggiore attenzione nei confronti di quest’ultima tipologia di pazienti, con interventi tempestivi, più intensivi e con più frequenti follow-up, potrebbe ridurre il rischio di recupero ponderale.