La network analysis in pazienti con anoressia nervosa: riflessioni dalla ricerca.

A cura di: Simona Calugi

Da ormai oltre dieci anni, si è affacciato sul panorama internazionale, un modo diverso di concettualizzare la psicopatologia dei disturbi mentali che sempre di più affascina i clinici, i teorici e i ricercatori. La teoria della network, infatti, ha il potenziale per fornire un modo di pensare ai disturbi mentali che renda giustizia alla loro complessa organizzazione. In tale modello, i disturbi sono concettualizzati come sistemi di sintomi causalmente connessi piuttosto che come effetti di un disturbo sovraordinato e non conoscibile, altrimenti chiamato latente. Il modello della network ha, inoltre, il vantaggio filosofico di abbandonare l’idea irrealistica che i sintomi di un singolo disturbo condividano un’unica “causa” sottostante, mentre allo stesso tempo evita la conseguenza relativistica secondo cui i disturbi sono semplicemente etichette per un insieme arbitrario di sintomi; fornisce una via di mezzo in cui i disturbi esistono come sistemi, piuttosto che come entità.

Poiché le interazioni tra sintomi possono essere intese come una rete (network appunto), in cui i sintomi sono nodi e le interazioni causali tra sintomi sono connessioni tra nodi, questa concettualizzazione è diventata nota come approccio di network alla psicopatologia. La ricerca metodologica all’interno di questo approccio si è concentrata sullo sviluppo di tecniche statistiche progettate per identificare le strutture di rete tra i sintomi psichiatrici da dati empirici. La network analysis è il metodo statistico, che si pone come alternativo ai metodi di statistica inferenziale, che consente la modellazione grafica e quantitativa delle associazioni tra costrutti per identificare sia le relazioni specifiche tra le caratteristiche cliniche che i sintomi centrali (sintomi che sono altamente connessi con altri sintomi nella network).

Tra le sue varie applicazioni nella descrizione dei disturbi mentali, la network analysis è stata ampiamente utilizzata anche nell’ambito dei disturbi dell’alimentazione, permettendo di riflettere sulla psicopatologia e sul trattamento con una prospettiva nuova, non ancorata alle rigidità diagnostiche. Tra questi, gli studi condotti presso la Casa di Cura di Villa Garda su pazienti con anoressia nervosa, hanno delle caratteristiche distintive che meritano un approfondimento.

Il primo studio, pubblicato nel 2020 ha sfruttato la network analysis per indagare le potenziali differenze nella psicopatologia tra adulti e adolescenti con anoressia nervosa afferenti al reparto di riabilitazione nutrizionale della Casa di Cura Villa Garda. Lo studio è stato condotto su un totale di 1271 pazienti e ha confrontato le network in 547 adolescenti e 724 adulti. I risultati principali indicano che alcuni sintomi, in particolare il desiderio di perdere peso e la preoccupazione e l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo, rappresentano nodi centrali con forti connessioni con tutte le altre variabili del disturbo dell’alimentazione nelle network sia degli adulti che degli adolescenti. Inoltre, le due network mostravano strutture generali simili, senza differenze significative tra le due, con i nodi che riflettevano i comportamenti alimentari e le preoccupazioni sull’immagine corporea che formavano cluster distinti ma connessi tra loro. Infine, alcuni comportamenti del disturbo dell’alimentazione, in particolare l’abuso di lassativi e l’esercizio fisico eccessivo, hanno mostrato un ruolo periferico nella psicopatologia sia dell’adulto che dell’adolescente.

Il secondo studio ha, invece, ha confrontato le network della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione in 214 pazienti con anoressia nervosa valutati prima e dopo un intervento di terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E) applicata in un setting intensivo di cura. I risultati hanno mostrato che dopo il trattamento, la network diventa meno densamente connessa, sia in termini di forza globale che di forza delle connessioni al suo interno. Inoltre, confrontando la network al basale e a fine trattamento si è osservato che al basale, la paura dell’aumento di peso e le regole dietetiche erano i sintomi che mostravano forti connessioni dirette con altri sintomi, mentre al termine del trattamento, la restrizione dietetica, la preoccupazione per il cibo, la sensazione di grasso e il disagio nel vedere il proprio corpo mostravano forti connessioni dirette con altri sintomi.

Infine, il terzo studio ampliando il lavoro del secondo, confronta i 214 pazienti con anoressia nervosa prima e dopo la CBT-E, ma includendo nelle network, non soltanto le caratteristiche cliniche della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione, ma anche la psicopatologia generale. Dai dati emerge che i nodi della psicopatologia specifica e generale mostrano una centralità relativamente simile a molti altri nodi della network, indicando che tutti i nodi hanno un ruolo potenziale nel mantenimento della psicopatologia nei pazienti con anoressia nervosa. Inoltre, il confronto prima-dopo non ha mostrato differenze sia nella forza globale che nella forza delle connessioni tra le due network, indicando che la struttura della network dei pazienti con anoressia nervosa rimane in gran parte immodificata dopo la CBT-E intensiva.

Conclusioni

Nel loro insieme i risultati di questi tre studi danno ulteriore supporto alla validità della teoria cognitivo-comportamentale, confermando che, nell’analisi della psicopatologia specifica, l’eccessiva valutazione del peso e della forma del corpo e altre caratteristiche cliniche legate alle preoccupazioni per il peso e la forma del corpo sono centrali nella psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione. Inoltre, l’assenza di differenze tra adulti e adolescenti nella struttura della network della psicopatologia specifica, supporta la necessità di pensare alla psicopatologia del disturbo dell’alimentazione come caratteristiche cliniche interagenti, indipendenti dall’età dei soggetti.

L’indagine sui soggetti prima e dopo il trattamento, fornisce ulteriori spunti di riflessione. Se si indagano solo le caratteristiche cliniche specifiche del disturbo dell’alimentazione si osserva un cambiamento significativo nella psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione durante il trattamento, con una riduzione della forza delle connessioni, a conferma del ruolo della CBT-E nella riduzione della psicopatologia. Tuttavia, nel momento in cui la network include anche espressioni cliniche non specifiche del disturbo dell’alimentazione, la forza delle connessioni all’interno della network rimane forte anche dopo la fine della CBT-E intensiva.

Queste indagini aprono, così, nuovi scenari di studio e intervento, promuovendo una riflessione sulla lettura della psicopatologia e sull’efficacia degli interventi terapeutici nei pazienti con anoressia nervosa, che in futuro potrebbero doversi ulteriormente personalizzare per rompere specifici legami tra “nodi”, al fine di allentare le connessioni della psicopatologia.

 

Bibliografia essenziale

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