L’esercizio fisico potenzia l’efficacia della terapia cognitivo comportamentale nel trattamento del disturbo da binge-eating

In alcuni modelli teorici il disturbo da binge-eating (Binge Eating Disorder – BED) è definito come un comportamento maladattivo a stati emotivi negativi. Secondo tali modelli, fattori di stress come la pressione sociale alla magrezza, i problemi relazionali e l’immagine corporea negativa potrebbero contribuire allo sviluppo e al mantenimento del disturbo.

La terapia cognitivo comportamentale (Cognitive Behavioral Therapy – CBT) si è dimostrata avere risultati promettenti nel BED, soprattutto nella gestione delle abbuffate., Ciononostante, non ha mostrato avere effetti sulla perdita di peso a lungo termine in pazienti con associata obesità.

Alcuni studi sembrano dimostrare che estendere la durata del programma CBT potrebbe potenziare il risultato del trattamento per il BED, così come aggiungere l’attività fisica potrebbe aumentare l’efficacia di cura fungendo da modulatore dell’umore, andando così a ridurre lo stress e aumentando al contempo il benessere psico-fisico nell’uomo. Tuttavia i risultati ottenuti sono deboli e necessitano di ulteriori indagini.

Il presente studio si è posto, quindi, l’obiettivo di valutare l’effetto incrementale dell’aggiunta dell’esercizio fisico e del periodo di mantenimento a un programma basato sulla CBT in donne con obesità e BED.

In totale hanno partecipato 84 donne con età media 45 anni (20-64 anni), peso medio al basale di 97,2 kg (64,4-146,7 kg) e IMC medio al basale di 36,2 kg/m² (25-53,8 kg/m²). I partecipanti sono stati assegnati in maniera random a 4 gruppi distinti: 1) programma CBT con esercizio fisico e periodo di mantenimento, 2) programma CBT con esercizio fisico senza periodo di mantenimento, 3) programma CBT con periodo di mantenimento senza esercizio fisico, 4) programma CBT.

Tutti i gruppi hanno ricevuto un trattamento di 4 mesi, mentre solo i gruppi con il periodo di mantenimento hanno proseguito per i successivi 6, con una sessione di valutazione a 10 mesi. Dopo 16 mesi dall’inizio del programma è stato fissato un follow-up conclusivo per tutti e quattro i gruppi. Sono stati valutati: (i) i cambiamenti nelle abbuffate, quantificati come “giorno-abbuffata” (giorno in cui si è verificato almeno un episodio bulimico), (ii) i cambiamenti nell’IMC, (iii) il livello di attività fisica attraverso il Physical Activity Record (Blair, 1984), (iv) i cambiamenti nell’umore attraverso la Beck Depression Inventory (BDI).

I risultati indicano che in tutti i gruppi si è osservata una riduzione degli episodi di abbuffata durante il trattamento, a conferma dell’efficacia dei programmi CBT nella gestione del BED, e una riduzione nei punteggi BDI.

I gruppi che prevedevano l’inserimento dell’esercizio fisico nel programma hanno riportato una maggiore riduzione degli episodi bulimici mantenendo il risultato anche al follow-up a 16 mesi, rispetto ai controlli; in aggiunta nei gruppi con esercizio fisico si è potuto osservare un calo ponderale durante il periodo di trattamento, al contrario dei gruppi senza esercizio fisico che hanno, invece, riportato un aumento di peso.

Contro le aspettative degli autori, aggiungere il periodo di mantenimento non ha portato a una maggiore riduzione dei giorni-abbuffata. Anche se, suddividendo tutti i partecipanti tra chi aveva ricevuto un trattamento con periodo di mantenimento e chi no, si è potuto osservare che i soggetti con mantenimento hanno avuto il 50% in più di astinenza da abbuffate rispetto ai controlli, continuando a mantenere un’astinenza da episodi bulimici al follow-up a 16 mesi, con il 49% che riportava zero abbuffate. Inoltre i gruppi con mantenimento, sia al follow-up a 10 mesi che al follow-up a 16 mesi, hanno mostrato una maggiore riduzione nei valori di IMC rispetto ai controlli.

Il gruppo con esercizio fisico e periodo di mantenimento ha mostrato un livello più alto di astinenza da abbuffate a 4, 10 e 16 mesi, rispetto agli altri gruppi e una maggiore riduzione nei valori di IMC. A 10 mesi infatti la riduzione è di circa 2 punti di IMC, mentre a 16 mesi la differenza tra chi ha ricevuto un trattamento combinato (esercizio fisico + mantenimento) e il gruppo del solo programma CBT era di circa 4 punti di IMC; differenza clinicamente rilevante.

Gli autori nelle conclusioni sottolineano che aggiungere programmi di esercizio fisico alla CBT nella gestione del BED potrebbe aumentare l’efficacia del trattamento per due motivi: 1) potrebbe produrre una riduzione del numero di abbuffate, fino a favorirne la completa astinenza, e 2) potrebbe contribuire alla riduzione del peso.

 

È importante sottolineare che nello studio non è stato valutato se la riduzione dei valori di IMC osservata nei partecipanti sia direttamente correlata al livello di attività fisica degli stessi o se l’esercizio fisico, contribuendo alla riduzione dello stress e fungendo da modulatore dell’umore (come ipotizzato dagli autori), abbia determinato una riduzione dagli episodi bulimici e quindi contribuito a una perdita di peso.

Sono pertanto necessari ulteriori studi in grado di esplorare l’efficacia e la funzione dell’aggiunta dell’esercizio fisico a programmi CBT per la gestione del BED, in relazione alla perdita di peso, alla riduzione degli episodi bulimici ed al loro mantenimento nel lungo termine.

 

Fonte: Pendleton, V.R.; Goodrick, G.K.; Poston,W.S.C.; Reeves, R.S.; Foreyt, J.P. Exercise augments the effects of cognitive-behavioral therapy in the treatment of binge eating. Int J Eat Disord 2002, 31, 172–184.