Trial clinico randomizzato di Terapia Focalizzata sui Genitori (PFT) e Terapia Basata sulla Famiglia (FBT) per adolescenti con anoressia nervosa

La terapia basata sulla famiglia (FBT) è una terapia evidence-based per adolescenti con anoressia nervosa e ad oggi risulta essere la terapia raccomandata di prima scelta dato che altri trattamenti (come psicoterapie individuali o terapie familiari generiche) sono basati su minori evidenze e non hanno dimostrato la stessa efficacia. Tuttavia gli esiti della FBT in trials randomizzati e controllati rimangono modesti, con un tasso di recupero alla fine del trattamento intorno al 34%. Per questo, studi preliminari più recenti hanno tentato di potenziare questi risultati attraverso un modello separato di terapia familiare, in cui i genitori e l’adolescente sono visti dai terapeuti in sedute separate rispetto alla FBT classica che invece prevede incontri congiunti con la partecipazione di chiunque viva con il paziente.
Sulla base dei promettenti risultati ottenuti, Le Grange e collaboratori hanno messo a punto uno studio con l’obiettivo di confrontare i due modelli di trattamento (congiunto vs separato) amplificandone le differenze.
107 adolescenti di età compresa fra i 12 e i 18 anni con anoressia nervosa e un peso minore del 90% della mediana di BMI per gli adolescenti al di sotto del 75° percentile di altezza o inferiore al 95% della mediana di BMI per gli adolescenti al di sopra del 75° percentile di altezza, sono stati assegnati in modo randomizzato ai due gruppi di trattamento (FBT vs Parent Focused Therapy (PFT)):
 la FBT classica con l’inclusione dell’intera famiglia all’interno delle sedute e dei pasti familiari;
 la PFT in cui l’adolescente partecipa ad un breve incontro (15 minuti) con un’infermiera prima della seduta dei suoi genitori con il terapeuta. L’infermiera monitora il peso dell’adolescente, condivide quest’informazione con lui, valuta la stabilità medica e fornisce un breve counseling di supporto. L’infermiera poi riferisce il peso e altre informazioni rilevanti al terapeuta che successivamente vede i genitori da soli per 50 minuti, affrontando gli stessi contenuti della FBT con le uniche differenze che non ci sono interazioni con l’adolescente o i fratelli e non sono previste sessioni con i pasti familiari.
Lo studio è stato condotto per un periodo di 5 anni presso il Royal Children Hospital di Melbourne; le terapie hanno previsto 18 sessioni in 6 mesi. I pazienti e i loro genitori sono stati intervistati da valutatori esterni alle terapie, al basale, alla fine del trattamento, a 6 e 12 mesi di follow-up e inoltre hanno completato diversi questionari ogni 2 settimane per i primi tre mesi di trattamento.
L’esito primario riguarda cambiamenti del peso e della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione misurata con l’intervista Eating Disorder Examination (EDE). La remissione è stata definita come un peso maggiore al 95% della mediana del BMI e un punteggio globale dell’EDE entro una deviazione standard dalla media comunitaria. Misure secondarie hanno riguardato potenziali predittori e moderatori di esito come ad esempio la depressione, comportamenti ossessivo-compulsivi e l’autostima.
I risultati indicano che i tassi di remissione alla fine del trattamento sono stati significativamente superiori per la PFT (43,1%) rispetto alla FBT (21,8%); tuttavia questa differenza tende ad annullarsi nel tempo, con nessuna differenza significativa a 6 mesi e ad un anno di follow-up. Inoltre non si sono evidenziate differenze significative fra le due terapie per le valutazioni di esito secondarie alla fine del trattamento.
I risultati confermano quindi l’ipotesi iniziale dello studio secondo cui un modello separato di terapia familiare può fornire una valida alternativa per un rapido recupero del peso negli adolescenti con anoressia nervosa.
Deve però essere considerato che i tassi di remissione della FBT alla fine del trattamento rilevati da questo studio risultano molto inferiori a quelli ottenuti da uno studio inglese (22% vs 42%). Gli autori ipotizzano che tale differenza potrebbe essere attribuita alle differenze demografiche dei campioni reclutati in contesti diversi (sanità pubblica vs privata) e di conseguenza i risultati dovrebbero essere interpretati con la dovuta cautela.
Nonostante queste limitazioni, i risultati dello studio, secondo gli autori, aprono la possibilità di una maggior disseminazione di una terapia familiare efficace per gli adolescenti con anoressia nervosa. Infatti la PFT può essere implementata anche da terapeuti non esperti in FBT (che invece richiede una specifica formazione) e che possono avere maggiori difficoltà a gestire l’intera famiglia e i pasti familiari, che spesso risultano una sfida impegnativa. Inoltre questa forma di terapia potrebbe essere maggiormente accettata da quei genitori che preferiscono essere trattati separatamente dai loro figli.
Gli autori concludono auspicando la possibilità che future ricerche esplorino ulteriori adattamenti della FBT o lo sviluppo di altri trattamenti.
Commenti:
Questo studio sulla FBT e PFT, è molto importante per migliorare il trattamento negli adolescenti. Tuttavia, nell’interpretazione dei risultati è sempre opportuno tenere conto di alcuni problemi metodologici, non segnalati dagli autori, che possono limitare le conclusioni. Il primo riguarda i criteri di inclusione. Lo studio, infatti, ha incluso pazienti con breve durata di malattia (media di 10,5 mesi). Il secondo riguarda l’inclusione, nel gruppo a fine terapia e ai follow-up, anche di coloro che sono stati ospedalizzati durante il trattamento (17.9% del campione). Infine, più della metà dei pazienti ha ricevuto dei trattamenti in regime ambulatoriale o di ricovero durante il periodo di follow-up, per il disturbo dell’alimentazione, per altri problemi di salute mentale o per entrambi.
Una valida alternativa alla FBT nel trattamento degli adolescenti con anoressia nervosa è la terapia cognitivo comportamentale migliorata (CBT-E) che, negli ultimi anni, ha dimostrato la sua efficacia. Studi condotti in Italia, sia a livello ambulatoriale che di ricovero, hanno dimostrato che la CBT-E è un trattamento promettente sia in termini di accettabilità che di remissione (valutata sulla base del recupero del peso e della psicopatologia del disturbo dell’alimentazione) alla fine del trattamento e fino a 60 settimane di follow-up.

 

Fonte: Le Grange, D., Hughes, E. K., Court, A., Yeo, M., Crosby, R. D., & Sawyer, S. M. (2016). Randomized Clinical Trial of Parent-Focused Treatment and Family-Based Treatment for Adolescent Anorexia Nervosa. Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 55(8), 683-692.